selezione di luoghi e percorsi con emergenze ambientali e paesaggistiche

selezione di luoghi e percorsi con emergenze ambientali e paesaggistiche
Il mare e il San Bartolo
Non esiste niente di più rilassante e affascinante di un tramonto o un’alba vista mare.
È proprio questo che si può ammirare ogni giorno dalla spiaggia, dal porto e dalla piazzetta del tramonto di Cattolica. Un’alba vista mare che accompagna le barche dei marinai al largo e un tramonto, l’unico della Riviera, con vista della baia costiera fino al grattacielo di Cesenatico, permettono di vivere ogni giorno scenari sempre diversi grazie ai loro magnifici colori.
Iconica è anche la veduta di Cattolica e della costa da Gabicce Monte, uno dei punti panoramici più apprezzati. Ma un altro paesaggio suggestivo è quello che circonda il fiume Conca.
La ricca e varia flora cambia il paesaggio a seconda del periodo dell’anno, nascondendo al suo interno, la suggestiva veduta della diga del Conca e del suo lago
Valmala e le colline verso il Montefeltro
L’essenza del territorio va cercata fuori dalle mura castellane, un ’esplosione della natura, una ruralità al limite del selvaggio, una bellezza sospesa tra terra e mare. Osservare, per portare l’occhio nelle boscaglie, nello scendere e salire dei calanchi e delle gole solcate da torrentelli e rigagnoli che formano vallate dai nomi improbabili: Val Mala, Val Ventena, sorgenti del Tavollo...
Poi i campi e i prati pettinati dal vento, gli olivi sparsi sulle terrazze e sui declivi e le grandi querce a far da sentinella agli orizzonti sconfinati. Perdetevi nelle frazioni, tra le case di sasso, nelle campagne, a Montespino con le sue dolci colline, i suoi bianchi calanchi e le acque solfureo salse (Rio Salso)..
E alla Pieggia al confine con le Marche si sviluppa la Via dell’Arte con opere di Land Art, caratterizzate da interventi su spazi naturali. Poi Laureto e San Teodoro con le chiese di campagna inserite in contesti ambientali unici.
Il paesaggio più conservato, le grotte, i calanchi
La Riserva Naturale Orientata Onferno, estesa per 274 ettari, tutela un territorio che può essere diviso in tre zone: le Selve, i Gessi di Onferno e i Calanchi – Ripa della Morte (un’area protetta che comprende ripide pareti arenacee). È una zona che consente escursioni ed osservazioni naturalistiche e paesaggistiche, di enorme pregio, lungo i diversi sentieri, segnalati, che lo attraversano. La zona dei Gessi comprende le Grotte di Onferno, cavità naturali estese per oltre 700 m. ed interessate, all’interno, da una folta famiglia di sei specie diverse di Chirotteri.
La grotta principale è quella che si apre sotto lo sperone dove sorgeva il medievale Castello di Inferno (il nome, derivato dal latino Infernum, col significato di luogo basso e oscuro, venne mutato agli inizi dell’800 in Onferno per volontà di un vescovo riminese), del quale resta parte dell’abitato. Solamente 350 m. di sviluppo sono interessati dal percorso turistico, mentre il secondo livello, le sale laterali e il terzo livello sono interdette alla presenza umana.
Ad Onferno, dove l’attività estrattiva e di trasformazione del gesso, iniziata probabilmente nell’alto medioevo, è cessata solo negli anni ’60, sono ancora visibili i resti di un antico impianto per la produzione di gesso cotto.