Il Santuario di Valliano e Museo Etnografico di Valliano

Santuario di Valliano di Montescudo Monte Colombo

Il Santuario di Valliano dedicato a Santa Maria Succurrente e il Museo Etnografico sono due volti della stessa storia: la vita di campagna profondamente interconnessa con lo spirito religioso.

Gesti, ritualità, usanze e spiritualità, Valliano racchiude in sé la sintesi della vita rurale del passato.

Il contadino è alla mercé del clima che può far fiorire abbondanti raccolti, ma anche distruggere il duro lavoro di una stagione, di un anno, condannando tutta la famiglia a stenti e fame.

Per questo, nei secoli, il villano ha sempre unito lavoro e preghiera, con una serie di gesti e usanze che fondono fede e necessità, rivolgendosi di volta in volta ai Santi protettori dei raccolti e alla Madre della Madri, la Madonna.

Non è dunque un caso che al Santuario di Valliano, dedicato a Santa Maria Succurrente, si affianchi il Museo Etnografico che raccoglie testimonianze di questo passato non lontano nel tempo, ma così lontano dal vivere odierno.

Il Santuario di Valliano dedicato a Santa Maria Succurrente

La pianta originaria del Santuario di Valliano risale al V sec. d.C.

A testimonianza di questo puoi ancora scorgere sotto il pavimento parti dei muri perimetrali con quattro colonne romane.

La chiesa di Valliano viene invece costruita nella seconda metà del Quattrocento sulle rovine di un sacello medievale dedicato a S. Maria Succurrente.

Il 3 luglio 1465 viene riconosciuta canonicamente da parte del Capitolo Lateranense quale “oratorio pubblico, con cappellano — rettore, entro i confini della parrocchia di S. Pietro inter rivos” (Trarivi), come testimoniato dalla pietra bianca sull’ingresso della porta che recita

 “Sub jurisdictione Basilicae Lateranensis quae omnium ecclesiarum caput et mater est.”

[“Sotto la giurisdizione della Basilica Lateranense, che è capo e madre di tutte le chiese.”]

Durante la Seconda guerra mondiale la chiesa viene gravemente danneggiata, ma i restauri degli anni ’90 del secolo scorso, riportano alla luce cicli pittorici nascosti.

Gli affreschi, di rara bellezza, sono ispirati allo stile del Beato Angelico.

Rappresentano per lo più i padri della Chiesa e la Beata Vergine, sempre raffigurata con il bambino in braccio.

Ma è la statua della “Madonna impagliata” alla quale i devoti si sono rivolti nei secoli ed anche in tempi più recenti; non a caso, all’interno del Santuario è presente una ricca raccolta di ex voto in argento “per grazia ricevuta”.

Il Santuario oggi è un luogo ricco di vita e devozione, dove le feste principali si rifanno proprio a quella cultura contadina e rurale, da Sant’Antonio Abate con la benedizione degli animali il 17 gennaio, la suggestiva messa della Candelora il 2 febbraio e  – la più importante – la Festa della Madonna Succurrente di Valliano il 15 agosto.

Il Museo Etnografico: la memoria della vita contadina

Accanto al Santuario si apre la canonica che ospita il Museo Etnografico di Valliano, nato negli anni Settanta grazie a un progetto coordinato da Gino Valeriani che coinvolge gli insegnanti e gli studenti della scuola di Montescudo.

I familiari dei ragazzi, gli artigiani e i contadini del luogo a scuola raccontano la loro esperienza, mostrano i loro mestieri, come la lavorazione dell’argilla e la produzione del miele.
I ragazzi analizzano insieme agli insegnanti queste giornate educative, catalogano e collocano all’interno degli spazi scolastici gli oggetti d’epoca portati dagli intervistati.
È così che nasce il primo nucleo del museo, dalla necessità di riavvicinare i ragazzi alle tradizioni, per non perdere radici e sapere.

Questo lavoro diventa poi il Museo Etnografico, allestito in collaborazione con il Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo.

La casa e il suo contorno, dal lavoro nei campi alla quotidianità rurale sono protagoniste degli spazi del museo.

La casa è centrale, come abitazione, come magazzino per il raccolto e stalla per gli animali, focolare e ricovero dei suoi abitanti che sulla sua soglia praticano riti per “difendersi da un ingresso indesiderato o da un’uscita pericolosa”.

Ogni sala racconta la vita quotidiana della comunità rurale: la cantina con il processo di vinificazione, la raccolta e la spremitura delle olive per l’olio di cui la Valconca è ricca, la cucina centro nevralgico della casa intorno alla quale ci si raccoglie per rifocillarsi, ma anche per tessere, giocare e intagliare nei lunghi mesi invernali con il focolare sempre acceso.
E poi ci sono i mestieri storici, il falegname e i suoi attrezzi, il ciabattino, il vasaio.

Passeggiando tra le stanze, puoi riscoprire i mestieri antichi e fare un vero e proprio viaggio sul filo dei ricordi e magari scovare qualche pezzo che hai già visto nella casa dei tuoi nonni.

La visita al Santuario e al Museo diventano così un unico itinerario, un’esperienza che svela il legame indissolubile tra spiritualità e vita quotidiana del passato recente.

Credits: Immagini gentilmente concesse dal Museo diffuso di Montescudo-Monte Colombo.

Informazioni utili

Orari di apertura del Museo Etnografico di Valliano

  • fino al 31/10 il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 19.00
  • dall’1/11 al 30/4 il sabato e la domenica dalle 14.30 alle 18.30

Contatti

  • Comune di Montescudo-Monte Colombo T. +39 0541 864010
  • mail: info@comune.montescudo-montecolombo.rn.it
  • pagina Facebook Museo diffuso Montescudo – Montecolombo
  • profilo Instagram @museodiffusomontescudomc